Hogwarts New Age 2.0

Eating

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Daddolo_
view post Posted on 15/1/2012, 17:58




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Parte II - Eating


Ore 9:07

Avevo attraversato il Campus con poche falcate e avevo raggiunto il resto del complesso di edifici che costituiva l'Accademia. Una volta varcata la soglia del Piano Terra mi spazzolai le spalle per togliere quei pochi fiocchi di neve che mi si erano posati addosso, spostati dal vento, e cominciai a camminare con andatura svelta ed impaziente verso la Mensa. Ogni passo era una tortura, invece di avvicinarmi sembrava mi trascinasse lontano dalla mia destinazione, ero veramente troppo preso dal mio desiderio di cibo che allungare prima una gamba poi l'altra sembrava quasi inutile, la porta che conduceva alla Mensa non dava segno di volersi avvicinare mai, eppure io mi stavo muovendo. Svoltai l'angolo e il grande portone fece l'ingresso nella mia visuale, a pochi metri da me. Affrettai il passo e allungai la mano in anticipo per spalancare le ante. Pensavo che arrivare fino in Mensa sarebbe stato più facile che rubare le caramelle ad un bambino -fra l'altro gliele avrei rubate sul serio, se solo ne avessi incontrato uno- invece più mi avvicinavo più sentivo le gambe pesanti; era senza dubbio un calo di zuccheri, dovevo provvedere al più presto. L'attesa era estenuante non potevo resistere altri due minuti senza ingerire qualcosa. Finalmente la mia mano si scontrò con il grande portone in legno intarsiato che si aprì rivelando la lunga sala dove gli studenti s riunivano per i pasti. C'erano quattro lunghi tavoli, in quel momento poco popolati, visto il periodo festivo, sui quali di tanto in tanto spuntava una bianca lampada, inutili in quella mattinata in cui la luce entrava a fiotti dalle ampie finestre ad arco lungo le pareti. Al di sotto delle finestre, i muri, erano tappezzati dai quadri di illustri maghi che accoglievano gli studenti che si recavano a mangiare. Io non mi soffermai neanche un secondo ad osservarli e neanche a rispondere al puntiglioso commento di un dipinto all'antica che notò quanto fosse poco gentile presentarsi al tavolo della colazione senza prima essersi doverosamente rasati.
Raggiunsi la prima sedia che trovai, la più vicina, e non appena mi sedetti ogni sorta di cibo e bevanda si materializzò davanti ai miei occhi. Rimasi quasi incredulo, forse per una frazione di secondo il mio cervello aveva ripreso in parte il controllo, non perché non fossi abituato a vedere quel che desideravo magicamente apparire sul tavolo, era normale all'Accademia, rimasi stupito dalla gran quantità di cose che volevo, considerando che non avevo neanche una richiesta particolare, se non il cibo in generale. Non me ne curai più di tanto e agguantai il piatto più prossimo alla mia mano e, senza controllare cosa fosse, cominciai a mangiare con la stessa frenesia che mi aveva colto pochi minuti prima, in camera. Era bacon, ed io lo odio, l'ho sempre odiato, ma in quell'attimo in cui ero vittima di quella strana malattia non ci feci neanche caso, ne avrei addirittura mangiato di più, se il piatto non si fosse svuotato così rapidamente.
Esattamente come prima non ero più padrone del mio corpo, non avevo la necessità effettiva di mangiare, era più come se una forza interiore comandasse i miei movimenti e mi ingannasse facendomi credere di aver bisogno di quel piatto di bacon, o delle due caraffe di succo di zucca che avevo già scolato o di quella ciotola straripante di uova strapazzate che avevo scaltramente portato sotto le mie mani.

Ore 10:23

Passai davvero molto tempo in Mensa, in relazione al fatto che dovevo semplicemente fare colazione. Sentivo lo sguardo di due o tre studenti che, seduti poco lontano da me, mi guardavano e li maledissi mentalmente: che diavolo, loro non avevano mai avuto fame? Sfortunatamente gli Elfi Domestici che ci servivano ogni giorno degli ottimi pasti avevano deciso che era ormai troppo tardi per continuare a mettere in tavola colazioni, così ogni singolo piatto e bicchiere si svuotò e tornò lindo e pulito. Sbattei il pugno sul tavolo, indignato, e mi alzai velocemente dalla mia sedia: volevo raggiungere la Cucina.
Girovagai qua e là per diverso tempo, a me sembrò parecchio, ma non so dirlo, forse mi stancai piuttosto presto e cominciai a cercare una soluzione alternativa. Fatto sta che non avevo idea di come raggiungere le Cucine e mettermi ad indagare richiedeva del tempo che avrei potuto spendere in modo più costruttivo. La Mensa era di nuovo vuota, io solamente camminavo ansiosamente avanti e indietro, in preda al nervosismo più totale: quella mancanza di cibo mi stava distruggendo.

Ore 10:59

Ero nel Parco dell'Accademia, con uno svolazzo del mantello mi Smaterializzai.



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