Hogwarts New Age 2.0

.Cookies., Solitaria

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view post Posted on 20/1/2012, 15:02
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Dea del Disordine Organizzato

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Un nuovo giorno comincia per la Vipera, che riemerge dal mondo onirico con un sorriso splendente sulle labbra; Morfeo è stato generoso con lei, stanotte, e Venere sembra aver dato il suo beneplacito a questa traballante storia d’amore, ma non è solo questo a farla sorridere: oggi è Natale e per la prima volta dopo undici lunghi anni non dovrà passarlo a casa White. Che liberazione! pensa, sorridendo alle pareti color pergamena della stanza che Julie le ha preparato con tanta cura e ispirando l’odore intenso del caffè che le giunge dalla cucina. Il calore delle lenzuola la tenta solo per un attimo prima che si decida ad afferrare la vestaglia verde bottiglia con tanto di stemma Serpeverde e e a ciabattare fino alla cucina.

-Buon giorno, tesoro- la saluta Julie, offrendole una tazza del suo ottimo caffè con un sorriso scaltro.

-’Giorno, zia- replica la Vipera, sbadigliando e prendendo automaticamente la tazza: il suo cervello non è ancora del tutto sveglio e forse è per questo che la spia del pericolo non si è accesa. -Ania?- chiede distrattamente, mandando giù il primo sorso e passando la mano libera tra i capelli senza farci caso.

-E’ già andata via: i suoi sono venuti a prenderla dieci minuti fa- risponde Julie, pescando un biscotto al cioccolato da una busta che definire enorme è un eufemismo. I capelli dorati sono raccolti con una pinza enorme sulla nuca e la testa di un gattino candido fa capolino dalla vestaglia rossa, decisamente natalizia, che la tiene al caldo mentre fa colazione appollaiata su uno sgabello girevole.

Alyssa annuisce e agguanta un biscotto dal pacco di Julie prima di aprire la dispensa per cercare i suo preferiti, quelli bianchi con le gocce di cioccolato: le sarebbe piaciuto passare il Natale con Ania anche quest’anno, ma i suoi volevano assolutamente portarla in vacanza alle Hawaii e la Twin non ha saputo dire di no, ovviamente... non che lei avrebbe agito in maniera diversa, ma Natale non è proprio la stessa cosa senza di lei. Tempo di piegarsi a recuperare la preda, che la nuca inizia a formicolare: la spia d’allarme è entrata in funzione, ma ormai è tardi.

-Dì un po’, Lys- attacca infatti Julie, con studiata nonchalance -Non hai niente da raccontare su... com’è che si chiama? Ah, si... Nathan? Ho come l’impressione che c’entri qualcosa con quel sorriso a mille denti che avevi quando sei arrivata a casa- commenta, vuotando la tazza di caffè e riempiendola nuovamente con un colpo di bacchetta.

Il rossore si propaga automaticamente sulle guance della Vipera, che sorridendo si porta la tazza alle labbra in un misero tentativo di difendersi dallo sguardo indagatore della zia. Era esattamente di questo che parlava quando ha detto che Julie è troppo intelligente: aveva già capito tutto su di loro la prima volta che li ha visti insieme e probabilmente potrebbe anche dirle come finirà la loro storia... se volesse. -Beh, ecco... in un certo qual senso si potrebbe dire... ma anche no, eh... che, insomma...- borbotta, cercando di prendere tempo: non è sicura di volerle raccontare cos’è successo ieri con Nate, soprattutto perché è la prima ad avere dei dubbi su cosa è successo di preciso, come se in un certo senso lo percepisse ancora come parte di un sogno. E’ difficile da spiegare, ma è come se avesse bisogno di assimilare le emozioni un po’ alla volta: non si è resa conto di cosa ha ammesso finché non si sono separati e lui non si è portato via quella piacevole sensazione di galleggiare nel vuoto senza pensare a niente, permettendo così ai dubbi di assalirla di nuovo, ai pensieri di vorticare nella sua mente come trottole impazzite e ai sogni di confondersi con le fantasie.

-Allora?- la incalza sogghignando la zia, facendo dondolare pigramente la pantofola rosa dalla punta del piede destro e sorridendo scaltra alla nipote adottiva: vederla così felice la riempie di gioia, ma la curiosità la induce a farle il terzo grado e il suo istinto di chioccia a farle il quarto... solo perché si preoccupa per lei, ovviamente, non per metterla in imbarazzo; insomma, non è colpa sua se Lys è una finta dura e si imbarazza se tocchi il pulsante dei sentimenti, no? Va bene, forse è colpa sua se lo sfrutta, ma in fondo lo fa per il suo bene: fa male tenersi tutto dentro e non smetterà mai di sperare che la Vipera abbatta il muro di ghiaccio che le avvolge il cuore, anche se non ha il coraggio di condannarla - ha incontrato i White una volta sola, e le è bastato per capire a cosa è dovuta questa forma di autodifesa della sua protetta.

Alyssa incassa la testa nelle spalle come una tartaruga e guarda ovunque, tranne che verso la zia, borbottando qualcosa di incomprensibile. Sa perfettamente che Julie non la mollerà finché non avrà saputo ciò che vuole sapere, ma ammettere ad alta voce di provare per Nathan quel sentimento chde inizia per “a” è al di là delle sue possibilità, al momento.

Julie le sorride come chi ha capito tutto e si lascia sfuggire un risolino.

-Che c’è?- chiede Alyssa, preoccupata, inarcando un sopracciglio in un’espressione scettica e vagamente preoccupata - almeno per Julie, che le conosce meglio di chiunque altro a parte Ania.

-Oh, niente- risponde la donna, sorridendo sorniona e calando la mano verso il pacco di biscotti con studiata indifferenza solo per mancare il bersaglio di diversi centimetri.

-Certo, certo- replica la Vipera, sogghignando per nascondere il timore che Julie possa aver capito tutto e magari anche di più di quanto hba capito lei stessa: non sarebbe la prima volta, in fondo. -Vuota il sacco, forza- ordina, più tesa che curiosa: non sapere cosa ha capito la manda in fibrillazione, ma saperlo... può essere una catastrofe, perché ha sempre maledettamente ragione, nel bene e nel male e il guaio è che non può nemmeno arrabbiarsi con lei per questo.

-Prima tu- ribatte Julie, calma, togliendole la tazza ormai vuota e riponendola nel lavello prima di incantare tutto ciò che c’è già perché si lavi e si asciughi da solo.

Alyssa borbotta qualcosa di vagamente simile a «Non puoi proprio evitare di chiedermelo?», ma alla fine sospira: nel profondo non desidera altro che raccontarle tutto e chiederle consiglio, ma non è così semplice... almeno, non per lei.

-No, non posso- risponde pazientemente Julie, sorridendo come una vera Serpe.

Alyssa scuote la testa. -E va bene, ma prima sediamoci- le propone, accennando al comodo divano a tre piazze alle sue spalle, al centro esatto del salone, proprio di fronte al camino, dentro il quale scoppietta allegro il fuoco appena acceso.

Julie annuisce e le cinge le spalle con un braccio come se volesse assicurarsi che non fugga - evidentemente sa che il pensiero le ha solleticato la nuca, ma sa anche che in realtà ha solo bisogno di essere spronata a vuotare il sacco - e la pilota dolcemente verso la meta. -Comoda?- le chiede, sedendo all’indiana di fronte a lei e sorridendo.

Alyssa annuisce e deglutisce. -Da dove comincio?- chiede, più a se stessa che alla zia, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

-Che ne dici dell’inizio?- suggerisce candidamente Julie, sistemandosi la crocchia bionda.

-Dico che è meglio se Appelli qualcosa da mangiare, perché è lunga la faccenda- risponde la Vipera, portandosi le ginocchia al petto e sospirando. -Dunque...- comincia, leccandosi le labbra mentre un cesto di dolci natalizi arriva volando dalla cucina al richiamo della cara zia. Questa è la conversazione più difficile della sua vita: guardare indietro e realizzare tutti gli errori che ha commesso con Nate è decisamente dura e ammettere apertamente di avere sbagliato è ancora più dura. -Ricordi quando due anni fa siamo venuti al bar?- inizia, a disagio, ma vedendola annuire non può fare a meno di sorridere: Julie sembra avere una memoria fotografica quando si tratta dei clienti, e se questi sono anche ragazzi con cui lei esce o usciva allora può stare tranquilla che sono marchiati a fuoco nella sua memoria. -Era la prima volta che uscivamo e... beh... ho combinato un disastro, devo ammetterlo- confessa, giocherellando con una ciocca di capelli che dovrà sopportare il peso di questa chiacchierata con stoica pazienza. -Sai quanto sono brava a manipolare la verità, quando voglio, ma quella volta... non so che mi è preso, ma gli ho raccontato la metà sbagliata. Cioè... non so come spiegarlo... mi ci sono arrovellata per mesi su questa cosa, cercando di capire perché non gli ho semplicemente detto ciò che voleva sentirsi dire, ma tutto quello che ho saputo fare è stato dirgli quello che non voleva sentirsi dire, spinta dal desiderio di fuggire. Insomma, lui mi piaceva, solo che... lo sai come sono fatta: tendo a scappare da ciò che mi rende felice per...- tenta di dire, ma non finisce: sa che con Julie non c’è bisogno.

La ex-Corva annuisce e le sfiora una guancia con la mano: la sua piccola Lys ci ha messo quasi due anni a mostrarsi per com’è davvero e quando ha temuto di essersi scoperta troppo - cioè quando l’ha quasi chiamata “mamma” - è tornata ad essere la Vipera velenosa che morde a tradimento e sputa veleno, sperando che questo bastasse ad allontanarla, ma alla fine la maschera è caduta, nel muro di ghiaccio si è aperta una crepa e lei ha potuto ritagliarsi un posticino nel cuore della Vipera.

Alyssa si abbandona a quel contatto così materno e il desiderio che lei sia davvero sua madre torna a pungerle in cuore, ma subito se ne distacca prima che quella dolce illusione possa irretirla: da quella volta in cui l’ha quasi definita tale, ha giurato di non ripetere mai più quell’errore e si è inventata di chiamarla zia proprio per non cadere nuovamente nella tentazione. -Comunque...- riprende, posando il mento sulle ginocchia -non è stato questo l’unico errore che ho commesso, purtroppo: ho sputato tutto il veleno che avevo, ho detto tutte le cattiverie che mi sono venute in mente ed anche diverse bugie per tentare di ferirlo, ma l’unica cosa che ho ottenuto è stato farmi male da sola... e farlo arrabbiare- confessa, evitando la sguardo intelligente di Julie per paura che lei possa leggerle dentro quanto questa cosa le abbia fatto male.

-Avete litigato?- le chiede Julie, facendosi improvvisamente attenta e passando in meno di un microsecondo dalla modalità “amica” alla modalità “mamma chioccia iperprotettiva”: chiunque osi far soffrire la sua protetta deve morire di una morte atroce, ma soprattutto lenta e dolorosa.

Alyssa annuisce, incapace di mentirle. -Poi abbiamo fatto pace, ma... insomma, da allora l’ho evitato come il diavolo con l’acqua santa- confessa, usando consapevolmente quella particolare metafora e non un’altra: è esattamente così che ha visto il suo rapporto con lui fino a qualche tempo prima.

-E allora com’è che vi ho visto tanto in buoni rapporti, l’ultima volta?- le chiede Julie, sorridendo, senza nemmeno provare a fingere di non averli spiati tutto il tempo con la coda dell’occhio.

Alyssa arrossisce di nuovo e sorride, ripensando alla famigerata ultima volta: ieri. -Sarà l’atmosfera natalizia...- prova a smentire, ma il sorriso che le illumina il viso la tradisce: dire che sono in buoni rapporti è poco, visto che li ha trovati impegnati a baciarsi, per non parlare del fatto che per la prima volta in quasi cinque anni non ha esitato a lasciarla sola dietro il bancone semplicemente perché glielo ha chiesto lui.

-Solo?- le chiede Julie, sogghignando.

Alyssa si guarda i piedi per diversi secondi prima di decidersi a recuperare un roccocò dalla cesta e cominciare a sbocconcellarlo in silenzio, nella - vana - speranza che basti prendere tempo per trovare le parole giuste. Quando il dolce svanisce, ma le parole non ci sono ancora, la strega sospira e scuote la testa. -Credo... credo che... insomma... ci sia qualcosa che mi lega a lui- dice, imbarazzata, scavando tra dolci e dolcetti. -Non so cosa sia- mente, evitando lo sguardo di Julie per non rischiare che la strega legga nei suoi occhi d’argento le proporzioni esatte di quel qualcosa che si è insidiato nel suo petto senza chiederle il permesso.

-Qualcosa- le fa eco Julie, sorridendo e accoccolandosi meglio sul divano: quando si tratta di sentimenti la sua piccola Lys si rivela terribilmente insicura e timida, ma è proprio questa sua dolcezza - accuratamente nascosta - ciò che più le piace di lei; non che non apprezzi il suo lato Serpeverde, ma sa bene che quel lato si acuisce soprattutto quando non è felice e le vuole troppo bene per preferirlo al suo lato “umano” - anche perché può stuzzicarlo. Julie sorride sorniona a quel pensiero, scartando un torroncino al liquore: ha ancora un paio di domande da farle, prima di lasciarla galleggiare di nuovo verso il mondo dei sogni. -Che tu gli piaci è evidente...- dice, addentandolo con calma e stando attenta a non far cadere briciole o ripieno sul divano candido - «gli piaci» è ovviamente riduttivo: se un semplice sorriso è stato sufficiente a farlo ingelosire, deve esserci molto più di ciò che si vede in superficie. -ma tu... cosa provi per lui?- le chiede, osservandola attentamente per cogliere anche la più piccola modifica nel suo viso.

Alyssa si morde con forza il labbro inferiore, cercando il coraggio di dire ad alta voce ciò che prova per Nate e chiedendosi dove diamine sia finito: l’ultima volta che ha controllato - nel sogno di stanotte - era proprio accanto al qualcosa, intento a pizzicarle le corde vocali. -Io... cioè, lui... mi piace- minimizza, non riuscendo a coniugare correttamente quel benedetto verbo che inizia per “a”.

Julie annuisce comprensiva, masticando il dolce con decisione nonostante questo opponga una strenua e fiera resistenza ai suoi denti. Adesso l’ultima domanda, la più difficile di tutte. -State insieme?- domanda, dopo aver mandato giù il caparbio boccone.

Lys a questa domanda arrossisce violentemente, mentre i particolari del giorno prima riemergono nei suoi ricordi attraverso la nube onirica. -Si- risponde, annuendo quasi senza rendersene conto, come se avesse bisogno di convincere prima se stessa e poi Julie, e in un certo senso è proprio così: fino al momento in cui lui le ha chiesto di essere la sua ragazza, non ha mai desiderato appartenere a nessuno, convinta che una relazione stabile fosse una cosa inutile e vuota, destinata al fallimento e alla noia, ma nel momento in cui lui le ha fatto questa domanda... è stato come se qualcuno le avesse tolto una benda, permettendole di vedere l’altro lato della medaglia, quello che non ha mai voluto considerare, quello in cui stare con qualcuno significa sentirsi legata a lui come una cosa sola e al tempo stesso sapere che lui è tuo e non si tocca, che non devi sentirti in colpa se sei gelosa e che dopo aver sognato di baciarlo puoi mandargli un gufo o bussare semplicemente alla sua porta e mettere in pratica.

Julie sorride alla sua protetta e prima che questa abbia il tempo di rendersene conto o protestare, si sporge e la abbraccia. -Oh, tesoro, è bellissimo!- esclama, tornando a guaredarla e a sorriderle: dal poco che ha visto è chiaro che lui è un bravo ragazzo e questo non può che renderla felice, perché Lys merita qualcuno che la voglia bene e le dimostri che credere nell’amore e nella bontà è ancora possibile, che non tutto è marcio come le hanno fatto credere. -E da quando?- chiede, Appellando una busta per le bucce della frutta secca.

-Da dopo che sei tornata al locale- risponde automaticamente Alyssa, persa nella contemplazione delle lingue di fuoco che danzano e guizzano sotto i suoi occhi.

-Capisco- commenta semplicemente Julie, con l’aria di chi ha capito tutto. -Chissà perché pensavo fosse da prima...- aggiunge, sogghignando.

-Davvero?- le chiede la Vipera, sorpresa: razionalmente, non avrebbe mai scommesso nemmeno uno zellino su di loro come coppia e onestamente non avrebbe mai pensato che qualcuno avrebbe mai potuto vederli come tali, meno che mai sua ma... zia; certo, i due baci di cui è stata spettatrice potrebbero averla influenzata, ma non è la prima volta che la vede baciare un ragazzo e prima di oggi non le ha mai detto niente del genere.

Julie annuisce, gettando nel fuoco un pistacchio particolarmente caparbio. -Davo per scontato che steste insieme, visto il modo in cui gravitate l’uno attorno all’altro- le spiega, scrollando le spalle e scegliendo una noce a caso dalla busta: è ora di passare a qualcosa di più consistente.

Alyssa la guarda stupita, boccheggiando come un pesce rosso in cerca di qualcosa di intelligente da dire. -Ma sono stata tutto il tempo dietro il bancone!- obietta alla fine, non riuscendo a trovare niente di più intelligente da dire.

-Non te ne rendi conto, ma non lo perdi di vista nemmeno quando fai il caffè... o il cappuccino. Lo segui con la coda dell’occhio e se non ci riesci ti giri- le rivela Julie, imperturbabile, lasciandola completamente basita: in effetti, adesso che glielo fa notare, ricorda di aver fatto il cappuccino più con il tatto che con la vista, ma è talmente abituata che non ci ha fatto caso. -E’ normale quando sei inn..- tenta di consolarla Julie, ma lei non la lascia finire. -Perché non vuoi che lo dica?- le chiede l’ex-Corva, pur conoscendo già la risposta: vuole che lo dica ad alta voce, perché solo così può far pace, un po’ alla volta, con i propri sentimenti.

-Perché... perché non so se lui... se lui... insomma, se... prova... lo stesso, ecco- balbetta Alyssa, a disagio, arrossendo per l’ennesima volta.

-Bambina mia, certe volte sei così ingenua...- commenta Julie, sorridendo in un modo che nemmeno la Vipera riesce a decifrare e accarezzandole la guancia proprio come una mamma.

Alyssa si abbandona a quel contatto come una bambina e per una volta non protesta contro il proprio cuore per ciò che desidera: Nathan le sta insegnando che combattere contro i desideri del cuore è inutile, per il semplice fatto che alla fine inevitabilmente vincerà lui, è solo questione di tempo.

-Che ne dici di aiutarmi a preparare il pranzo?- le propone Julie, mettendo fine a quel momento di dolcezza con un sorriso scaltro e alzandosi con la fluidità di una gatta prima di far Evanescere la busta ed il suo contenuto.

Alyssa la guarda confusa per un momento, poi annuisce e la imita, mentre una domanda fa capolino nella sua mente e inizia ad attirare la sua attenzione: cosa voleva dire Julie, poco fa? Bella domanda, peccato che la risposta non sia prevista nel suo immediato futuro.
 
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