Hogwarts New Age 2.0

Guilty

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Daddolo_
view post Posted on 21/2/2013, 14:29




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In qualche modo, spinto dal desiderio di mettere quanta più distanza fra lui e Jennifer, Nathan raggiunse il luogo più remoto e nascosto del complesso accademico, un piccolo paradiso naturale denominato Padiglione delle Rose.
Per raggiungerlo, il ragazzo, attraversò un passaggio, come un corridoio, dal quale si accedeva tramite un arco in legno che durante l'estate era ricoperto di rampicanti fioriti. Al termine di quello c'era un basso cancelletto che dava accesso al vero e proprio Padiglione: era chiuso, ma non fu un problema per Nathan scavalcarlo per cercare protezione nel discreto e intimo luogo che vi si celava dietro. C'era un gazebo in legno e un laghetto gelato, tutto circondato da piante di rose, purtroppo non in fiore.
L'aria gelida s'insinuava facilmente sotto la giacca del giovane e raggiungeva crudelmente la sua pelle nuda, ma quello era il fastidio minore. Senza pensarci due volte entrò nel gazebo e si lasciò scivolare a terra senza forze: aveva ancora 'Orgoglio e Pregiudizio' fra le mani scosse da forti tremori, dovuti solo in parte al freddo, e sembrava volergli ricordare il grande errore che aveva commesso. Il primo istinto fu quello di aprire il libro e osservare la dedica di Alyssa, ma si rese subito conto che era stata una mossa avventata: la calligrafia morbida ed elegante sembrava essere diventata pungente, e il nodo che Nathan aveva allo stomaco si strinse con più insistenza. Ricordarsi che lei avrebbe potuto essere da qualche parte, lì a scuola, ad aspettare di incontrarsi di nuovo lo fece sentire un vigliacco per essersi nascosto così, ma come avrebbe potuto guardarla di nuovo negli occhi? Non ci sarebbe riuscito, così come non sarebbe riuscito a non dirle niente, fingere che tutto andava bene, da codardo, non era proprio il suo forte. E comunque Alyssa avrebbe capito a colpo d'occhio che qualcosa non andava.
Arrivò al punto di desiderare che il giorno della Vigilia nulla fosse successo, che fra loro fosse rimasto solo rancore, così da non sentire quei dolorosi sensi colpa: ormai conosceva Alyssa, con lui si era aperta più di quanto non avesse fatto con nessuno, forse solo con Julie, e un colpo basso come quello l'avrebbe di certo fatta chiudere di nuovo come un riccio. Come avrebbe spiegato a lei quel che era accaduto, il perchè di quella forte attrazione verso Jennifer, se neanche lui ne conosceva il motivo? L'unica cosa di cui era certo era che più il tempo passava e più tutto diventava inconcepibile, come un incantesimo che pian piano va svanendo. Vagliò l'ipotesi di qualche filtro d'amore o magia, ma quella che c'era stata fra loro non era infatuazione, era ben altro, e comunque quando avrebbe potuto Jennifer incantarlo? Dopo svariati minuti Nathan cominciò a chiedersi se stesse cercando una spiegazione o solo una giustificazione per non perdere Alyssa, perché mai aveva desiderato lasciarsela sfuggire. Cercando una scappatoia, però, avrebbe ingannato la ragazza, e non era quello che voleva, ma soprattutto avrebbe tradito i suoi valori: onestà, sincerità, coscienza...ma dove erano tutte quelle qualità, in quel momento in cui avrebbe voluto sparire dalla faccia della Terra? Non era da lui, eppure continuava a pensare se stesso, quando cercava un modo per spiegare quella situazione, anche se in fondo sapeva che Alyssa aveva diritto, e si meritava, solo la verità, senza svicolare e senza omissioni.
Il ragazzo si chiese cosa sarebbe successo se per caso, la sera prima, non avesse lasciato il libro sul letto e, non appena la ovvia risposta gli saltò in mente, le lacrime cominciarono di nuovo a scendere sulle guance di Nathan, o forse non avevano mai smesso, ma questa volta non ci fu nessun tentativo di trattenerle, sembrava l'unico modo per tirar fuori quel dolore.
Ogni singolo pensiero, emozione o ipotesi si prese il suo tempo nella mente del ragazzo, passò un'ora, forse più, prima che riuscisse a stabilizzare il respiro e alzarsi in piedi. Non aveva più lacrime da versare e il freddo stava cominciando a farsi sentire, realizzò che era inutile stare lì a piangersi addosso, letteralmente, che ormai quel che era fatto non si poteva cambiare, gli restava solo di dare quell'ultimo schiaffo morale in faccia ad Alyssa e prendersi le sue più che meritate conseguenze prima di fingere di non essere mai entrato nella sua vita.
S'incamminò di nuovo verso la sua stanza, stavolta con passo più tranquillo, stringendosi nella sua giacca e quando la raggiunse trovò la porta socchiusa, la aprì piano temendo che Jennifer fosse ancora lì: per fortuna la camera era deserta e l'unica cosa che attirò l'attenzione di Nathan fu il letto, sul quale si tuffò affondando il viso nel cuscino e stringendo ancora il libro di Alyssa fra le mani: avrebbe voluto morire.

 
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